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03 ottobre 2013

Tre Donne Forti di Marie NDiaye per parlare di emigrazione


Ore 16.59 di giovedì 3 ottobre, circa 90 i morti e più di 250 i dispersi. Ma non c'è un numero preciso di quanti fossero su quel barcone per raggiungere le coste della Sicilia. Si sa solo che erano donne, alcune incinta, che erano bambini, che erano uomini. Tutti a fuggire da situazioni che nelle nostre case accoglienti e sicure, pur in tempi di crisi, non possiamo neanche immaginare, e infatti non lo facciamo, non immaginiamo non pensiamo, non ci poniamo il problema, perché è troppo grande e la mente e il cuore non sono più abituati a simili scompensi del conosciuto.

Di chi è la colpa? dei governi, dice Papa Francesco. Ha ragione, e in primo luogo di quei governi che hanno fatto in questi ultimi decenni una bandiera del loro rispetto dei diritti umani e della libertà, e di quella Europa che li riunisce senza più speranza di realizzare il sogno da tanti coltivato di una federazione di Stati che avrebbe avuto a cuore il destino dei popoli dell'Europa e del Mediterraneo. A cuore solo il destino del sistema bancario, dei manager e di tutto quello che vi gira attorno.

Con il pensiero ai morti, ai sopravvissuti e a quanti stanno faticando da stanotte per aiutare e contare, posso solo riflettere con un libro letto recentemente, "Tre donne forti" di  Marie NDiaye, una scrittrice e sceneggiatrice francese di padre senegalese e madre francese, che i problemi di emigrazione e integrazione li conosce bene, e che con questo romanzo uscito nel 2009 ha vinto il Premio Goncourt e molti altri. In realtà non è un romanzo, il libro, ambientato tra Francia e Africa, riunisce 3 storie di donne diverse per storia origini e cultura, che in qualche maniera rappresentano un'unica donna. 


Norah è un avvocato parigino che viene richiamata in Senegal dal padre dispotico, per risolvere una situazione legale in cui è immischiato il suo giovane fratello. Fanta, una giovane insegnante senegalese, segue il marito in Francia, dove l'aspetta una vita pesante con un marito fallito e infantile. Khady, giovane vedova, viene allontanata alla morte del marito dalla famiglia di lui, e viaggia tra immenso dolore e fatica per raggiungere il porto di attracco della nave che la porterà in Europa.  

In modo diverso le tre donne subiscono umiliazioni e dolori da un mondo maschile che anche se dispotico, è però fragile e senza sostanza. Norah, Fanta e Khady sono invece forti, sopportano tutto, resistono a tutto e mantengono intatta la loro dignità e la coscienza di sé e della propria forza. Le tre donne resistono e prendono in mano con coraggio il loro destino, anche da straniere in terre lontane. Per Marie NDiaye “L’immigrazione è sempre una prova terribile ed è ancora più dura per una donna che affronta l’esilio da sola. Ancor oggi non riusciamo ad accettare l’altro. La domanda che mi pongo spesso è questa: cosa possiamo sacrificare dei nostri valori e delle nostre sicurezze per accettare la paurosa presenza di colui che non ci assomiglia?”



Tre Donne Forti di Marie NDiaye

Giunti Editore, 2009

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