paroleprecise

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07 ottobre 2013

Il club dei perseguitati illustri

Ci sono gli imbecilli (sì, consentitemelo, imbecilli!) che negano l'Olocausto, e sono purtroppo tanti, ma ci sono anche quelli che dell'immagine della persecuzione degli ebrei fanno un uso personale, per la propria immolazione e a beneficio della propria immagine. Dicono "io perseguitato come un ebreo", e credono di aver assolto a due compiti, quello di testimoniare il ricordo della Shoa, e quello di perpetuare l'elenco di coloro che subiscono torti immani dalla Storia, e per questo in qualche modo, nei tortuosi sentieri della loro mente, diventano puri agli occhi del mondo e bisognosi del sostegno collettivo. O di una petizione a favore, magari. 

Dimenticando che il solo fatto di poterlo comunicare su fb o in televisione di fatto ridicolizza il torto che vantano di aver subito, e umilia il ricordo e il rispetto di chi ha sofferto realmente i crimini del nazifascismo. E' incappato in questa volgare similitudine persino l'ex Presidente del Senato Renato Schifani, che durante una recente puntata di Porta a Porta ha esclamato col giusto piglio: "Altro che plotone di esecuzione, che è anche blando. Contro Berlusconi il Pd ha preparato una camera a gas", e qui la "vittima" è la più illustre, e il paragone il più squallido. 

C'è poi una regista e autrice teatrale tra le più acclamate in Italia e in Europa, Emma Dante, dal taglio molto intellettuale, che a qualche post su facebook non gradito ha pensato bene di rispondere facendosi più grande e più intoccabile: "Mi sento come un'ebrea nella Germania degli anni '40". Chi può toccarla ora? Chi può dire che lei è libera e famosa, può lavorare e pubblicamente difendersi, mentre "un'ebrea nella Germania degli anni '40" non avrebbe mai potuto? Intoccabile, ai suoi stessi occhi, di fronte al mondo. 

Poi c'è chi gioca con temi così tragici e dolorosi per intenti puramente commerciali, come la ditta che per vendere caldaie realizza spot radiofonici (su Radio Rai in questi giorni) che parafrasano il famoso inizio di Se questo è un uomo di Primo Levi, "Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case", forse l'esempio più imbarazzante e irritante, nato da perverse connessioni tra calore, casa e necessità di installare caldaie.

Un club di "perseguitati" dal proprio narcisismo e dalla propria volgare visione della Storia.

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