Il divorzio in Italia compie 40 anni. 40 anni in cui si sono moltiplicate le famiglie spezzate, ricomposte, allargate o divise per sempre. 40 anni in cui la legge è stata modificata, dai 5 anni inizialmente previsti per consentire un ripensamento ai coniugi che intendevano separarsi si è passati a 3 anni, e ora la Camera è in procinto di approvare il “divorzio breve”, che consente di divorziare dopo un solo anno, o nove mesi in caso non ci siano figli, allineando così l’Italia al resto dei paesi europei in materia di diritto familiare.
Ma è tempo ormai che i legislatori e il Parlamento prendano atto che il divorzio non può più comportare le stesse conseguenze di 20 o 30 anni fa. Una donna di 40 anni che divorzia, non può accedere vita natural durante all’assegno divorzile da parte dell’ex marito: lei dipenderà per sempre da qualcuno che non fa più parte della sua vita, lui non potrà ricostruirsene un’altra, visto che il suo stipendio è decurtato di una buona parte. Parliamo ovviamente di famiglie medie, di stipendi medi, cioè della maggioranza di italiani che usufruiscono della legge sul divorzio. Ovviamente c’è anche il rovescio della medaglia, ex mariti che non rispettano gli accordi legali e non corrispondono quanto dovuto non tanto all’ex moglie, ma ai figli.
In questo il divorzio ha evidenziato un atteggiamento molto più diffuso di quanto si credesse, e cioè che un ex marito spesso diventa automaticamente anche un ex padre, tralasciando i suoi doveri verso i figli, che al contrario di un matrimonio non sono a termine. Ma resta il fatto che le disposizioni in materia di assegno divorzile vanno ripensate e adattate ai tempi mutati, in cui sempre più spesso è la donna che guadagna di più.
L’assegno divorzile non può essere più inteso come uno stipendio infinito, non è più tollerabile che per modificarlo o annullarlo ci vogliano altre cause, altri lunghissimi anni di attesa e soldi agli avvocati. L’assegno divorzile non può più essere automaticamente legato alla pensione di reversibilità, che dovrebbe spettare solo ed unicamente alla vedova, quella ufficiale, che spesso si vede decurtare di una buona fetta la pensione di reversibilità a favore di una ex moglie che da decenni non ha più rapporti con l’ex marito.
Tutto questo è oramai anacronistico e danneggia notevolmente non solo gli uomini, ma le stesse donne, sia le ex che le mogli in carica, messe in contrapposizione tra loro dalla legge che le vuole eterne rivali, e che riconosce due legittime vedove che possono spartirsi la pensione di reversibilità. Ma il divorzio, esiste? e se sì, quando si spezzerà definitivamente il legame legale ed economico tra due ex coniugi che hanno volontariamente già spezzato quello affettivo?
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