Quando se ne va chi ami, ti succede una cosa strana.
Ti senti forte, fortissima e per un mese intero, anzi, per un mese e 10 giorni, ti senti onnipotente, puoi fare tutto, e fai tutto. Anche l’impensabile, anche quello che non dovresti.
Per un mese intero e 10 giorni vedi gli altri piangere intorno a te, consolarti, parlarti del tuo amore, chiederti come stai, sentenziare sul tuo dolore.
Tu rispondi “Abbastanza bene”, ma subito senti l’obbligo di aggiungere “nonostante tutto, ma è dura”. Perché se dici che nel lettone ci stai come una principessa, che ti aggiri per casa come se fosse la prima volta che ne possiedi una, che canti “Thunder road” a squarciagola come non accadeva da anni, ti prendono per pazza. Certo la sera qualche goccia di Lexotan per dormire va presa, ammetti, ma è normale, ti dici piano.
Allora con aria più soddisfatta chi ti sta davanti ti avvisa che tempo un mese, forse due, tutto cambierà, sarai annientata dal dolore, la nostalgia ti avvilupperà come un sudario di cui non riuscirai a liberarti mai, e che la tua vita sarà solo ricordo.
Tu guardi superiore, hai appena sollevato una montagna, cosa può essere un po’ di nostalgia, che ne sanno di ciò che hai dentro che hai vissuto e che provi?
Sai che se il tuo amore ha deciso di andarsene è perché tu eri pronta a sopportare il distacco e la solitudine, perché un giorno ti ha guardato negli occhi e ha capito che eri abbastanza forte da non morire di dolore.
Un mese e 10 giorni. Poi improvvisamente sali in macchina dopo una piacevole serata tra amici, giri la chiave per accendere il motore, e scoppi a piangere e non smetti più. Non smetti neanche quando perfettamente truccata e vestita parli davanti al pubblico del tuo uomo, quando ti compri una marea di cosmetici e vestiti e altra roba inutile e fastidiosa. Piangi e piangi e piangi. Senza smettere mai, anche quando fermi le lacrime davanti agli altri.
Un giorno mentre piangi glielo urli con rabbia, che non era vero, che non eri proprio pronta per niente, e che non glielo avevi mai chiesto di lasciarti qui sola a soffrire così!
Poi lo vedi in una foto o in un film, bello come il sole, e leggi qualcosa che non rammentavi avesse scritto, e le poesie che ti ha dedicato. E ti ricordi che uomo raro e meraviglioso avessi accanto, che per 16 anni costantemente ti ha non solo amata come nessuno mai, ma stimata appoggiata sostenuta.
Ti viene in mente di quando eri triste, e lui guardava il mare il cielo le nuvole gli uccelli in volo, e dopo una piccola boccata di pipa, ti diceva beato: “Ma non vedi che meraviglia? Godi della bellezza e di ciò che hai, questa è la vita”.
Sai che lui ora è polvere di stelle, è nell’aria, nel tuo cuore, ovunque, e che non ti lascerà soffrire a lungo perché ti ha amata troppo, perché un ateo che ti guardava sognante e ti diceva: “Dio ti benedica, amore mio” ti ha lasciato abbastanza amore e vita per poter smettere di piangere, e ricominciare a vivere.
Senza contare i giorni.
A. P.
A. P.
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