paroleprecise

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02 novembre 2013

Quanto sei bella Roma

Tiepido primo sabato di novembre, sole leggero e bianche nuvole su Roma. 
Ma quanto è bella Roma! Scendi da Monte Mario per sinuose e verdi vie fino a piazzale di ponte Milvio, prendi un caffé al Bar Libreria Pallotta, e t'incammini a cuore aperto verso il ponte. Ponte Milvio, ovvio, coi suoi sanpietrini, e la vista su una Roma languida e ferma. 
A sinistra ponte Flaminio, che collega i palazzi della Roma bene, quelli di Vigna Clara e quelli dei Parioli divisi dal fiume, e a destra lo Stadio e lontano il ponte della Musica, che arriva dritto fino alle conchiglie dell'Auditorium Parco della Musica. Attraversi piano e appena noti carte e altro sparso in terra, troppo romantico e bello passeggiare. Perché Roma è così, caos e romanticismo.

Arrivi dall'altra parte del Tevere e continui a destra, placidamente sotto i platani che costeggiano il marciapiede coi rami che sfiorano il viso, per arrivare a ponte Duca d'Aosta che collega il Foro Italico al quartiere Flaminio. E poi torni un po' impaziente lungo il Tevere fino a ponte Milvio, sempre sotto gli opulenti platani. E' così bella Roma, così lento e indifferente il Tevere. Da ponte Duca d'Aosta t'affacci su un gruppo di canoisti che inizia l'allenamento, e niente altro, nonostante il traffico il fiume ti rimanda silenzio e quella falsa tranquillità tutta romana. 

Sul lungotevere il traffico e il rumore si riappropriano del loro spazio, ma vai dritta con lo sguardo al fiume, sguardo che si fa più difficile, devi fare attenzione perché il marciapiede improvvisamente si restringe, e devi scegliere se sbattere contro il palo piantato in mezzo al camminamento, o cadere pericolosamente lungo il terreno dissestato che a destra scende a fiume, dove si snoda la pista ciclabile, poche biciclette e qualcun altro che si gode il Tevere seduto sulle panchine. 

E mentre poi eviti con cura di scivolare su mucchi e mucchi di foglie accumulate sul marciapiede, che se non le schivi rischi di finire sotto una macchina o lungo la scarpata, l'occhio ti cade su una scala che da riva porta all'acqua. 

Una scala strana, in ferro, sembra che voli, poi guardi meglio e la scala è vecchia e arrugginita, completamente divelta da tutto un lato, ma resiste imperterrita, nessuno la toglierà, come nessuno poterà i ricchi platani o pulirà i marciapiedi, o porterà via le foglie che poi creano tanti guai appena piove. Nessuno ripristinerà i marciapiedi interrotti e riposizionerà i lampioni in modo che si possa camminare senza dover scendere dal marciapiede sul pericoloso lungotevere. 

Roma è così, certe cose vanno mantenute, come l'obelisco che ti accoglie quando da ponte Duca d'Aosta arrivi davanti al Foro Italico, col nome di Mussolini bene in vista... Ma per fortuna c'è sempre un tiepido sole, c'è il fiume che silenzioso comprende e non si stupisce, e c'è Roma, e quanto è bella Roma!

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