Voglio vivere a Miami. Voglio vivere a Miami perché c'è sempre sole, c'è l'oceano, ci sono i fenicotteri rosa e soprattutto perché c'è Horatio Caine.
Horatio è il capo del laboratorio di criminologia del dipartimento di polizia di Miami Dade, in CSI Miami, ed è l'uomo più utile del mondo, se hai un problema tipo un delitto o un furto o un rapimento. Ma è meglio se il crimine avviene all'alba, perché la squadra di Horatio Caine lavora fino alle 18, poi i suoi ragazzi vanno a bersi una birra insieme in qualche locale con vista sull'oceano.
Dunque il delitto deve avvenire la mattina, e subito arriva la squadra di Horatio con un mare di cotton fioc per prendere la saliva per il dna a chiunque gli passi accanto, anche al barista coi cappuccini. La bionda Calleigh sempre in tailleur pantalone nero su tacco 12, infila i guanti e appena vede la vittima sgozzata o indicibilmente brutalizzata esclama contenta come una pasqua: "ho trovato una scheggia di dente di balena ficcato nel laccio della scarpa della vittima, ora faccio questo e quello e saprò perché è finita lì", mentre la sua collega Natalia, camicia strizzata e stiletto anche in mezzo alla sabbia, ha sicuramente trovato del terriccio particolarissimo finito chissà come su un capello della vittima rinvenuto a 10 metri di distanza. In un baleno sono tutte e due in laboratorio, dove indossano il camice bianco d'ordinanza e in men che non si dica trovano subito qualcosa di interessante dagli elementi analizzati, chiamano Horatio che si mette con gesto elegante i rayban a specchio sale sul suo suv e insieme al fido Eric Delco fila lungo le strade di Miami in cerca dei sospetti. Oramai si sono fatte le 12, hanno trovato il / i sospetti e li hanno anche portati in centrale, ma non hanno ancora la prova chiamata "pistola fumante", quella che inchioda il colpevole, anche se Horatio qualcosa già intuisce, mentre guarda di sottecchi e con un mezzo sorriso il malcapitato, e col classico profilo a tre quarti e le mani sui fianchi gli dice: "Io proverò che sei stato tu, e allora finirai i tuoi giorni in galera", oppure "Appena avrò provato la tua colpevolezza, nulla potrà salvarti dalla condanna a morte". Il che è veramente rassicurante. A questo punto Delco deve sicuramente e pericolosamente inseguire qualcuno, che dopo pranzo ci vuole, e poi si precipita con altre prove in laboratorio, analizza pure lui e entro le 15 è in grado di dare altre informazioni preziose a Horatio, che unite a quelle di Calleigh (non crederete mica che sia scomparsa?), lo mettono sulla pista giusta. Viene convocato qualche altro sospetto o informatore (sono oramai le 16 circa), ci siamo quasi ma c'è ancora qualcuno in pericolo. In una casa, un garage o in riva all'oceano, il colpevole sta per colpire ancora, o per fuggire.
Dunque il delitto deve avvenire la mattina, e subito arriva la squadra di Horatio con un mare di cotton fioc per prendere la saliva per il dna a chiunque gli passi accanto, anche al barista coi cappuccini. La bionda Calleigh sempre in tailleur pantalone nero su tacco 12, infila i guanti e appena vede la vittima sgozzata o indicibilmente brutalizzata esclama contenta come una pasqua: "ho trovato una scheggia di dente di balena ficcato nel laccio della scarpa della vittima, ora faccio questo e quello e saprò perché è finita lì", mentre la sua collega Natalia, camicia strizzata e stiletto anche in mezzo alla sabbia, ha sicuramente trovato del terriccio particolarissimo finito chissà come su un capello della vittima rinvenuto a 10 metri di distanza. In un baleno sono tutte e due in laboratorio, dove indossano il camice bianco d'ordinanza e in men che non si dica trovano subito qualcosa di interessante dagli elementi analizzati, chiamano Horatio che si mette con gesto elegante i rayban a specchio sale sul suo suv e insieme al fido Eric Delco fila lungo le strade di Miami in cerca dei sospetti. Oramai si sono fatte le 12, hanno trovato il / i sospetti e li hanno anche portati in centrale, ma non hanno ancora la prova chiamata "pistola fumante", quella che inchioda il colpevole, anche se Horatio qualcosa già intuisce, mentre guarda di sottecchi e con un mezzo sorriso il malcapitato, e col classico profilo a tre quarti e le mani sui fianchi gli dice: "Io proverò che sei stato tu, e allora finirai i tuoi giorni in galera", oppure "Appena avrò provato la tua colpevolezza, nulla potrà salvarti dalla condanna a morte". Il che è veramente rassicurante. A questo punto Delco deve sicuramente e pericolosamente inseguire qualcuno, che dopo pranzo ci vuole, e poi si precipita con altre prove in laboratorio, analizza pure lui e entro le 15 è in grado di dare altre informazioni preziose a Horatio, che unite a quelle di Calleigh (non crederete mica che sia scomparsa?), lo mettono sulla pista giusta. Viene convocato qualche altro sospetto o informatore (sono oramai le 16 circa), ci siamo quasi ma c'è ancora qualcuno in pericolo. In una casa, un garage o in riva all'oceano, il colpevole sta per colpire ancora, o per fuggire.
Sta per sparare, ecco sta per premere il grilletto ma col passo felpato di un gatto Horatio è improvvisamente dietro di lui (o lei) con la pistola puntata, e calmo e autorevole gli intima: "Io non lo farei se fossi in te". E poi dice al detective Frank: "puoi mettergli le manette, Frank", oppure "E' tutto tuo, Frank". E guarda con disprezzo il colpevole che viene portato via. Sono le 17. 30. Anche stavolta Horatio in poche ore ha risolto il caso, ha corso in lungo e largo per Miami dietro a presunti colpevoli, ha ricevuto le preziose segnalazioni dei brillanti scienziati della sua squadra (amano definirsi così), e a fine giornata alto ed elegante, con la riconoscibile zazzera rossa, può rivolgere lo sguardo assorto verso l'oceano, e senza voltarsi regalare una delle sue perle di saggezza in risposta al saluto di uno dei ragazzi della sua squadra. Voglio vivere a Miami perché so che se mi succedesse qualcosa, Horatio in poche ore troverà sicuramente il colpevole. Basta che mi uccidano all'alba...
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