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24 settembre 2013

Solimano il Magnifico non parla d'amore




Babel è un canale sorprendente (Sky, canale 141), dedicato al melting pop italiano, e trasmette programmi di informazione, intrattenimento, fiction, da molti paesi da cui provengono tanti migranti che vivono e lavorano in Italia. I serial e le fiction sono prodotte nelle Filippine o in Egitto, o in America latina, e vengono acquistate e trasmesse dopo aver ricevuto successi straordinari, come accaduto con lo splendido “Il magnifico secolo”, una produzione turca del 2011 (arrivata nel 2012 alla terza stagione), che ha calamitato davanti alla tv milioni di spettatori non solo in Turchia, ma anche in molti paesi dell’Europa dell’est. Da qualche settimana viene proposta da Babel in 2 episodi a settimana. Il protagonista è il sultano Solimano, che con la sua ascesa al trono alla morte del padre segna l’inizio del secolo magnifico dell’impero Ottomano. Riuscirà a realizzare il suo sogno, di rafforzare l’impero e renderlo invincibile, da un punto di vista sia economico che militare. Ovviamente alle vicende di gloria militare e di saggezza nel governare, si intrecciano appassionanti intrighi di palazzo, e intrecci d’amore. Nella fiction la storia inizia con l’arrivo a Costantinopoii degli schiavi in dono al sultano, provenienti dalla Crimea. Tra loro la bella e intelligente Alexandra, che diventerà dapprima la favorita del sultano, e poi l’amata moglie ufficiale, da cui avrà 5 figli, e che avrà grande influenza culturale e politica nell’affiancare Solimano nel governo del vasto impero.
Girato in digitale, con splendidi costumi e intelligenti ambientazioni, si apprezza non solo per il ritmo della narrazione, per le suggestive scene di combattimenti, ma anche per la bravura di molti interpreti, primo fra tutti il protagonista, Halit Ergenç, che interpreta ovviamente Solimano, un attore dalla forte presenza fisica e dalla voce importante e profonda, che da a Solimano non solo la giusta dose di fermezza e decisionismo, quale probabilmente il sultano aveva, ma capace di renderne anche il lato più umano e sensibile alla bellezza e alla poesia, senza mai cadere nel sentimentalismo o nella banalità. 


Il limite tra racconto storico e telenovela è sempre in bilico, a volte la narrazione sembra scivolare pericolosamente verso l’eccessiva leggerezza, con gli intrighi nell’harem e la lotta tra le concubine, o la caratterizzazione degli italiani o dei greci, o la semplicità con cui apparentemente le decisioni del sultano vengono diffuse e recepite; ma a differenza di simili prodotti di rievocazione storica realizzati in America, ad esempio, spesso con una improbabile modernizzazione di eventi e personaggi, Il Magnifico Secolo mantiene un tratto di semplicità, di genuinità quasi, che pur all’interno di una scrittura televisiva, tiene sempre presente l’obiettivo di rievocare un personaggio storico importante e ancora amato.
La fiction ha avuto un tale successo in Turchia da aver colpito l’interesse anche del premier Erdoğan, che ne ha chiesto la censura perché a parer suo la storia lasciava troppo spazio alle vicende dell’harem e ai sentimenti rispetto alle gesta del sultano, e l'organo di controllo turco sulle telecomunicazioni ha ammonito l'emittente privata Show Tv per "offesa alla vita privata di una personalità storica", il sultano Solimano il Magnifico appunto. 
Ma non potrebbe essere altrimenti, se si vuol narrare la storia di un sultano che nel palazzo ospitava decine di schiave e concubine, donne senza diritti e tenute all’obbendienza, di cui il sultano e i suoi pascià potevano disporre a piacimento, e che potevano aspirare al ruolo di  mogli solo quando mettevano al mondo un figlio maschio; un mondo terribile e crudele, addolcito appena dall’amore tra il sultano e Alexandra, che Solimano chiamerà, poeticamente, Hurrem, “colei che da gioia”, e dall’influenza di Alexandra /Hurrem sul governo dell’impero. Forse è questo aspetto del “sentimentale” che ha irritato tanto il potente e duro Presidente Erdogan. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'harem non era un luogo di concubine, come nell'immaginario collettivo occidentale, ma un luogo dove alle donne, che arrivavano schiave, insegnavano a studiare e sviluppare ognuna il proprio senso della vita. venivano educate bene perché l'impero ottomano era molto raffinato (infatti i vede dalla serie di Muhtesem Yuzyil). Ma non erano a disposizione del sultano ogni notte come molti immaginano. Anzi, se la donna scelta dava un figlio al sultano, dopo non poteva più stare con lui. Il caso di Hurrem è stato particolare, perché non solo è riuscita a farsi sposare, ma ha dato al sultano cinque figli e ha vissuto con lui.Maddalena