paroleprecise

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27 aprile 2012

Di blog e di donne



è il mio primo post, del mio primo giorno da blogger... 
per prima cosa, ovviamente, benvenuto a chiunque abbia la ventura di imbattersi in questa pagina, e abbia la curiosità di fermarsi per qualche secondo - è una pagina piena zeppa di possibilità e di idee, forse troppe, che si nutrono della lettura di un libro, di un programma tv, o di un film, o della musica preferita appena ascoltata... ma anche dello sguardo disincantato oramai sulla realtà e sulla politica 
il mio primo post lo dedico a tre donne protagoniste oggi, per diversi motivi, della prima pagina del Corriere della Sera: Vanessa uccisa e gettata da un ponte dal suo compagno, Simonetta ancora senza giustizia a più di venti anni dalla sua morte, Ruby mai stata giovane.

Vanessa è la donna uccisa n. 46 dall'inizio dell'anno, un numero impressionante e vergognoso che più di ogni analisi sociologica ci racconta il degrado morale e sociale del nostro paese. Oggi in un blog su "Il fatto quotidiano" Lorella Zanardo osserva che "da inizio anno una ragazza o una donna ammazzata ogni due giorni. Molte violentate e picchiate. Non c’entra nulla con l’essere femministe." Oltre al danno, si potrebbe dire, la beffa: per parlare nel 2012 della mattanza quasi quotidiana di donne in Italia, è preferibile specificare di "non essere femministe". Gli omicidi di queste donne sono generalmente considerati "passionali" dai quotidiani, un modo per riportare la vicenda di un brutale omicidio nel sicuro alveo familiare, dove qualsiasi brutalità, se non giustificata, è però mitigata dalla mitologia dei legami familiari, che nulla può spezzare. In controluce ci si può anche leggere una sottile colpevolezza della vittima, che ha scatenato la follia d'amore che ha mosso il suo assassino. Ma una femminista che parli di questi delitti sarà sicuramente motivata da odio verso il maschio, da vecchie ideologie contrarie alla famiglia eccetera eccetera: oggi "femminista" è un insulto peggiore di "mafioso" o "terrorista". A questo siamo, dopo più di 30 anni di quotidiano lavoro per il rispetto dei diritti delle cittadine oltre che dei cittadini! 

Simonetta Cesaroni è morta nel 1990. Oggi il secondo processo per il suo omicidio si è risolto con l'assoluzione del suo ex fidanzato: lei e la sua famiglia non hanno ancora avuto giustizia. Le donne uccise hanno raramente giustizia: le indagini soprattutto se dirottate verso l'ambiente familiare, sono più lente, sono a volte farraginose, e quando gli inquirenti individuano un possibile colpevole, e questi viene condannato, la sua pena è spesso inferiore a quella per delitti simili con vittime maschili. La povera Simonetta, e tante altre come lei, doppiamente vittime: di un carnefice senza pietà e di una giustizia lenta e ingiusta.

Ruby ha un bel viso sempre imbronciato e un cervello calcolatore che appannano la sua bellezza e la sua gioventù, ma è vittima anche lei: di una famiglia che non le è stata vicino, di uomini che l'hanno solo sfruttata, di una società che impone modelli e obiettivi di totale mercificazione di se e dei propri sentimenti. E ora suo malgrado serve per non lasciare sui quotidiani troppo spazio da riempire con la rabbia e la frustrazione che montano giorno dopo giorno nel paese...
Un pensiero per ognuna di loro, un pensiero per ognuna di noi
A. P.


 

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