paroleprecise

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08 giugno 2012

La lezione di Dashiell Hammett

... E il fatto che mi piaccia il lavoro mi spinge a farlo come meglio mi riesce, altrimenti non ci sarebbe alcun senso. Io la penso in questo modo. Non conosco niente altro, non mi diverto con niente altro e non voglio conoscere niente altro né divertirmi con niente altro. E questo lei non lo può misurare con nessuna somma di denaro. I soldi sono una gran cosa, io non ho niente contro i soldi; ma in questi ultimi diciotto anni mi sono cavato il gusto di inseguire delinquenti e di affrontare enigmi e la soddisfazione di acciuffare ladri e di risolvere misteri. E' l'unico sport che io conosca e non riesco a immaginare avvenire più piacevole che un'altra ventina e più d'anni di questo sport. 

Il detective/feticcio di Dashiell Hammett risponde così a una misteriosa principessa russa che vorrebbe corromperlo con molto denaro. Non c'è solo l'amore per il lavoro, che è pure importante, in questa bordata, ma un decoroso e tutto privato senso dell'onore e del rispetto di se. Non è un idealista o un sognatore questo solido detective, ma uno che la sera vuol guardarsi allo specchio senza avvertire note stonate, o uno sguardo che non lo rappresenta più. E' il personaggio sempre in bilico tra la via diritta e quella smarrita, sempre al confine tra l'onestà e il sottobosco di delinquenza che frequenta, ma non perde mai di vista sé stesso e la propria dignità. Che Autore! e che lezione, dai suoi avvincenti noir.




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