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05 aprile 2014

NOI4 - recensione del nuovo film di Francesco Bruni

Noi4 è l’ultimo film di Francesco Bruni, che segue il grande successo di Scialla. Anche in questo nuovo film Bruni indaga con intelligenza e leggerezza insieme nelle problematiche dei rapporti familiari, convenzionali e non, senza scadere nella volgarità e nella banalità di certa commedia commerciale, ma anche senza riuscire in pieno nel suo intento.
Protagonista è questa volta la tipica famiglia italiana, mamma e papà separati, con due figli, la femmina grande aspirante attrice e il maschio piccolo, studente di terza media. Il papà, figura già vista, è un artista squattrinato e un po’ irresponsabile, la mamma un iperattivo ingegnere di origine russa. La storia si snoda lungo un’unica giornata di giugno, e tutto ruota attorno all’esame di terza media del figlio piccolo. 


Coprotagonista, assieme alla famigliola, è l’Arte, intesa come quella non meglio specificata del padre irresponsabile, e soprattutto come l’arte alternativa delle occupazioni dei teatri, una lunga marcia iniziata (e finora conclusa) con l’autogestione del Teatro Valle di Roma. La camera inquadra un gruppo di giovani che dorme a terra nei sacchi a pelo, e tu pensi ad un dormitorio della Caritas, invece siamo nel glorioso Teatro Valle. Vedi muri scrostati, turni per pulizie (pulizia che dalle riprese in realtà non risalta troppo), giovani dalla dizione improbabile e dal talento incerto e pensi che si tratti del liceo frequentato dalla figlia grande, invece siamo nel glorioso Teatro Valle. Dove siccome c’è “un buco” nella programmazione della serata, si chiama al volo la figlia grande, con aspirazioni artistiche, che si butta sul palco, non sappiamo con quale esito né con quale preparazione. Entra la mamma a cercare la figlia grande, e si spertica in lodi per quanto sono bravi a gestire il teatro, mentre sempre la figlia grande spiega pazientemente al fratello piccolo che “il teatro è sempre stato pubblico, ma adesso è proprio nostro, cioè della città, e con la città decidiamo cosa farci”. Peccato che nella realtà “la città” venga raramente consultata per decidere la programmazione del teatro, autogestito o no, o il colore dei sacchi a pelo. 


Ksenia Rappoport è sempre bella e solida, ma si lascia un po’ andare ad una recitazione nervosa; la storia avanza, non sempre felicemente, con imprevisti, litigi, riappacificazioni, corse in macchina, finché i quattro si ritrovano riuniti nell’aula dove si tiene l’esame del figlio piccolo. Dopo l’esame, il ritmo cambia, si addolcisce nella fotografia morbida del tramonto, in dialoghi meno nervosi che lasciano più spazio alla condivisione e alla vitalità ritrovate dai protagonisti, che fuori Roma ricreano un’ideale nucleo indivisibile e intoccabile. Nel bagno al lago tutti insieme, a ricordare tempi migliori, con mamma e papà che si amano ancora ma non possono stare insieme. La chiusura, bella, è affidata alla mamma / Rappoport finalmente placata e sorridente, che congeda il papà / Fabrizio Gifuni dicendogli che “tu non ami me, ma il ricordo del nostro amore, di quanto ci siamo amati”, e questa sì che è una via alla pacificazione di coppia, ammetterlo e accettarlo. Perché l’amore non finisce mai, sembra dirci Bruni, a dispetto di rancori, difficoltà e inevitabili prove da affrontare.

Noi4
film di Francesco Bruni
Con Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Raffaella Lebboroni, Francesco Bacci

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